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L’eziologia (le cause) della eiaculazione precoce

Definizione

Malgrado l’Eiaculazione precoce sia la disfunzione sessuale maschile più diffusa, non esiste a tutt’oggi un consenso unanime riguardo la sua definizione; ma la definizione più accreditata a livello della comunità scientifica, definisce la E.P: “Una modalità persistente o ricorrente di eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale, prima durante o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri e che crea disagio a livello personale e della coppia”.

CLASSIFICAZIONE

La E.P può essere classificata secondo vari parametri:

  1. In rapporto all’epoca di insorgenza
    Si definisce eiaculazione precoce primaria quando questa compare fin dall’inizio della attività sessuale L'eiaculazione precoce acquisita o secondaria, insorge in seguito ad un periodo di apprezzabile attività sessuale dell’uomo
  2. In funzione della situazione in cui il disturbo compare, si distingue in :l'eiaculazione precoce situazionale, che sopraggiunge in relazione alla partner e - come preannuncia il termine stesso - in base alla situazione in cui si verifica l’intimità, e l'eiaculazione precoce generalizzata, che si presenta comunque indipendentemente dalla situazione, dalla partner , dalla relazione instaurata con lei e che quindi inevitabilmente si ripropone con una nuova partner o in tutte le situazioni di intimità sessuale. . Questa classificazione è molto utile ai fini terapeutici perché ci dice se il focus principale dell’intervento terapeutico dovrà ad esempio indirizzarsi sulla coppia o prevalentemente sul soggetto portatore della disfunzione.
  3. Un'ulteriore classificazione dell'eiaculazione precoce viene eseguita in base alle tempistiche di precocità dell'atto eiaculatorio. A tale scopo Il criterio diagnostico più utilizzato dalla comunità dei sessuologi e andrologi è lo IELT (Intravaginal Eiaculatory Latency time) cioè il tempo di latenza eiaculatoria intravaginale.
    In base a questo criterio l’EP si ha effettivamente se lo IELT è inferiore ai due minuti si parla di eiaculazione precoce lieve se è di poco inferiore ai due minuti ed è invece severa (ante portam) quando l’eiaculazione avviene ancora prima della penetrazione.
    Se lo IELT è superiore ai due minuti, in realtà non si dovrebbe parlare di Eiaculazione precoce perché saremmo in presenza di un errore percettivo.
    Infatti, a tale proposito In letteratura è stata aggiunta una ulteriore sottocategoria definita: “Disfunzione eiaculatoria soggettiva (simil-precoce)”.
    I pazienti con questo disturbo credono di soffrire di eiaculazione precoce pur avendo un tempo di latenza eiaculatoria intra vaginale (IELT) normale o a volte anche superiore ai 3 minuti.
    Come aneddoto personale devo riferire che nella mia pratica di Sessuologo Clinico che dura ormai dai15 anni mi sono effettivamente capitati un paio di casi e ricordo in particolare un paziente per il quale la diagnosi corretta è stata possibile grazie ad un colloquio individuale con la sua partner che dava una lettura decisamente diversa della loro intimità rispetto a quella fornita dal paziente evidentemente troppo esigente con sé stesso in generale e soprattutto riguardo alle proprie prestazioni sessuali.
  4. L’Eiaculazione precoce può inoltre presentarsi da sola o assieme ad un’altra disfunzione ad es il Deficit Erettivo; quindi può essere semplice o complicata in questo caso si parla di comorbilità. La prassi vuole che quando si ha la compresenza di E.P e di D.E si dia la precedenza nella cura al Deficit erettivo.

CAUSE

Le cause della E.P sono molteplici e possono essere distinte in organiche cioè di tipo medico e psicologica distinzione che rischia di essere una semplificazione del problema in quanto spesso entrambi gli aspetti coesistono e in questo caso diventa difficile stabilire la prevalenza dell’incidenza di un fattore sull’altro.

CAUSE ORGANICHE

  • Tra le cause organiche della E.P la brevità del frenulo costituisce un fattore che di sicuro ha la sua incidenza data la possibilità di determinare una aumentata sensibilità peniena che a sua volta predispone maggiormente al disturbo; ma come si diceva più sopra anche se presente, non bisogna percepirla come   l’unica causa e quindi di per sé risolutiva. A tale proposito il discorso mi riporta alla mente la confidenza di un urologo ospedaliero che mi confidava che solo il 50% delle persone operate per brevità del frenulo poi non presentavano più successivamente al follow-up la E.P
  • Un’altra possibile causa è costituita dalla eventuale presenza di prostato-vescicoliti che provocano un abbassamento della soglia riflessogena
  • Ci sono poi le cause neurologiche e in particolare quelle di origine periferica come ad esempio le neuropatie diabetiche sempre più diffuse nella fascia della popolazione di mezza e “terza” età che possono concorrere alla produzione del sintomo
  • Una ulteriore causa di tipo organico può essere rappresentata da un ipertiroidismo
  • Una ulteriore causa che si è affermata negli ultimi anni e che di fatto viene ritenuta la causa principale da un punto di vista organico è riconducibile al ruolo della serotonina. Secondo questi studi scientifici, coloro che soffrono di eiaculazione precoce sono anche coloro che hanno una minore concentrazione di serotonina, per la quale il cervello non riceverebbe i giusti segnali legati al controllo dell’eccitazione e del riflesso eiaculatorio; in altre parole la serotonina è ritenuta un “inibitore” naturale della eiaculazione e pertanto la sua carenza predisporrebbe alla E.P. La classe medica ultimamente  associa  l’i Eiaculazione primaria di cui sopra  a una causa organica di tipo genetico e organica  e esplicitamente o implicitamente fa riferimento alla carenza di Serotonina. Pur accettando questo punto di vista rimane da definire, problema non marginale, quali siano le cause che determinano la carenza di questo neurotrasmettitore? Possiamo veramente dividere la popolazione maschile in due categorie di persone: a) la prima di maschi fortunati che “geneticamente sono destinati ad avere livelli adeguati di serotonina i e b) una seconda categoria di maschi sfortunati che presentano una carenza genetica alla stessa stregua delle persone diabetiche affette diabete di tipo 1? Il problema è complesso da decifrare e questa non è la sede per farlo ma, un approccio psicosomatico aiuterebbe ad inquadrare più correttamente il problema nel senso della duplice e reciproca influenza tra corpo e psiche anche perché dagli stessi studi medici si evidenzia che la serotonina può subire variazioni di concentrazione nel tempo e quali ne sono le cause?
    Alcuni studi sostengono che le cause sono da ricercarsi soprattutto nella variazione dello stile di vita. Secondo questo punto di vista: una alimentazione scorretta, uno stile di vita non adeguato, con un’alternanza di sonno-veglia troppo sregolata, il fumo, la scarsa attività fisica, l’abuso di alcool e la mancanza di riposo notturno, sono delle motivazioni importantissime nel deficit di serotonina a queste considerazioni io aggiungo anche la mancanza o carenza e di   relazioni sociali amicali positive e di possibilità per esprimere positivamente le proprie emozioni e passioni. Naturalmente è anche difficile sostenere che la carenza di serotonina dipenda unicamente dallo stile di vita “non salutare” per cui probabilmente alla base della carenza c’è   una interazione tra “predisposizione genetica e stile di vita”.
    Non bisogna dimenticarsi inoltre che la “carenza” di serotonina è anche alla base delle forme depressive che negli ultimi anni sono sempre più fronteggiate con farmaci che per l’appunto rendono più disponibile nel cervello della persona la serotonina attraverso gli SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina)
    Per quanto riguarda specificamente l’Eiaculazione precoce, dal punto di vista farmacologico la Dapoxetina che è un inibitore selettivo del riassorbimento neuronale della serotonina (SSRI) è l’unico farmaco, registrato dall’EMA (agenzia europea del farmaco) e dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) per il trattamento dell’eiaculazione precoce. Sui pro e i contro riguardo l’uso della Dapoxetina per contrastare l’E. P rinviamo al successivo articolo sulle strategie del trattamento della E.P.

CAUSE PSICOLOGICHE

  1. Cause di tipo psicodinamico: conflitti intrapsichici profondi irrisolti
    Questa prima spiegazione della eziologica della E.P prima anche nel senso storico, fa capo alla teoria psicoanalitica e in particolare ai suoi seguaci della scuola americana. La teoria psicoanalitica sostiene infatti che una persona che non ha risolto i propri conflitti edipici; quando affronta nella vita adulta situazioni sessuali, si riattivano in lui paure inconsce di punizione e/o castrazione. La Kaplan mette in relazione la non risoluzioni di questi conflitti inconsci più con l’inibizione del desiderio sessuale piuttosto che con l’E.P ma io penso che condizioni anche l’eiaculazione perché introduce un elemento di forte ambivalenza :da una parte c’è il desiderio e ‘l’attrazione che spinge a consumare l’atto sessuale dall’altra c’è anche il senso di colpa e il risultato di questo conflitto potrebbe essere “un atto velocizzato “ perché provare piacere in una situazione proibitiva creerebbe sensi di colpa.
  2. Cause riferibili ad un “errato “’apprendimento avvenuto in contesti ansiogeni)
    (Master&Johnson hanno postulato che la eiaculazione precoce sia il risultato di un comportamento appreso, rigettando il punto di vista psicoanalitico. Sostenevano che l’eiaculazione rapida fosse collegata ai primi rapporti sessuali, in quanto esperienze iniziali connotate da rapidità ed ansia che potevano poi condizionare gli uomini nella loro successiva vita sessuale ad eiaculare velocemente. Secondo alcuni autori Non sono stati effettuati studi scientifici in merito ( studi con campione sperimentale contrapposto a campione di controllo) che comprovino questa tesi ma, al di là delle pur importanti ricerche scientifiche caratterizzate dalla metodologia di cui sopra, chi ha esperienza clinica sul campo con giovani pazienti portatori di E.P sa che, raccogliendo una accurata anamnesi sessuologica così come suggerita da Kaplan e ponendo domande mirate riguardo la nascita dell’autoerotismo, riscontra quasi sempre quanto affermato da Master & Jhonson. Così è usuale che i pazienti riferiscano di aver iniziato la pratica autoerotica tra le mura di casa ad esempio nella propria cameretta o in bagno e di aver praticato l’autoerotismo nel timore che i genitori scoprissero o potessero intuire quello che stavano facendo :.In tali condizioni i giovani che desiderano sperimentare la dimensione sessuale con il proprio corpo, sono inevitabilmente portati a fare in fretta e a non indugiare troppo nella pratica autoerotica (ad es quando si trovavano nel bagno ); ambivalenza che diventa più consistente quando la visione familiare della sessualità prematrimoniale è più rigida e ostativa. Ma un ulteriore aspetto importante al riguardo non va dimenticato e cioè che nella pratica autoerotica il giovane impara certamente a conoscere le reazioni del proprio corpo agli stimoli erotici ma non ad ascoltare quelle dell’altra persona che, nel rapporto eterosessuale a che fare con un corpo, una sensibilità e dei tempi decisamente diversi dai propri.
  3. Mancanza di consapevolezza delle sensazioni che preludono l’orgasmo
    Questo approccio fa riferimento agli studi della sessuologa americana H.S. Kaplan che, pur essendo originariamente di formazione psicoanalitica, introduce un approccio multidisciplinare e multi causale nell’affrontare le disfunzioni sessuali sostenendo e dimostrando che le cui cause delle stesse non vanno sempre ricercate in conflitti inconsci irrisolti ma anche in conflitti attuali come quelli che si possono ad esempio verificare all’interno della coppia o come quelli messi in luce da Master& Johnson riferibili all’ansia di fornire prestazioni, oppure a tensioni dovute alla scarsità o mancanza di comunicazione con il proprio partner affrontabili pertanto anche con una semplice consulenza sessuale o con una terapia breve focalizzata sulla disfunzione.
    er quanto riguarda specificamente l’E.P, la Kaplan ha avanzato l’ipotesi che la ragione per cui l’eiaculatore precoce non ha appreso a esercitare la continenza nell’eiaculazione sta nel fatto che “egli non è consapevole delle sensazioni che preludono all’orgasmo” Per la Kaplan la percezione cosciente delle sensazioni che portano al funzionamento di un riflesso, costituisce una condizione preliminare per imparare a esercitare il controllo volontario sullo stesso. Premesso che alcuni riflessi sono sottoposti al controllo della volontà mentre altri non lo sono, l’eiaculazione e l’orgasmo a differenza della erezione nell’uomo e del vaso congestione nella donna possono essere sottoposti sotto il controllo della volontà con un adeguato training terapeutico che fa capo ad un protocollo da lei stessa elaborato nel corso della sua pratica clinica.
  4. Cause imputabili all’ansia
    Innanzitutto, va premesso che l’ansia di per sé non va connotata negativamente perché funzionale alla sopravvivenza dell’individuo e perché ha una base filogenetica cioè legata alla evoluzione della specie umana. Infatti, quando i nostri antenati si trovavano di fronte ad esempio alla minaccia di animali feroci dovevano decidere se combattere o fuggire e pertanto avvenivano nei loro corpi dei cambiamenti mediati da determinati neurotrasmettitori (Adrenalina, Noradrenalina ecc..) per metterli in grado o di combattere o di fuggire quindi di sopravvivere. Al giorno d’oggi i pericoli sono di tutt’altra natura, ma di fronte ad una situazione che ci mette paura, o che percepiamo come minacciosa, in noi si verificano gli stessi cambiamenti di allora. L’ansia va distinta in ansia normale o fisiologica, e in patologica. Quando l’ansia è moderata può risultare utile, perché ci mette in allerta di fronte a una situazione difficile permettendoci di reagire tempestivamente. Può diventare invece un problema reale quando è eccessiva rispetto alla situazione che ci troviamo a fronteggiare o dura troppo a lungo, al punto che fare la cosa più semplice o “naturale” può diventare uno sforzo enorme (parlare in pubblico, sostenere un esame, andare ad un appuntamento, prendere il treno, avere intimità sessuale, etc.). o indurre addirittura all’evitamento di determinate situazioni con conseguente isolamento e perdita di relazioni sociali.

Naturalmente tra i due estremi (normale e patologica) vi è un continuum e quindi l’ansia ha una dimensione soggettiva decisamente importante e a tale proposito ritorna utile l’aforisma di Hildgard che recita: “La stessa fiamma che scioglie il burro, rassoda l’uovo, “e che esprime meglio di qualunque altro esempio questa varianza del comportamento umano che di fronte a stimoli simili reagisce con una gamma varia di comportamenti compresi tra i due poli estremi.

Questa distinzione è importante in campo sessuale perché l’ansia comporta uno stato di attivazione psicofisico dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. anche se a volte non risulta tale da un punto di vista esterno al soggetto.

Riprendendo una classificazione che la Kaplan ha usato in un suo studio sulle disfunzioni sessuali, possiamo distinguere in:

  • Cause che originano l’ansia di livello blando ovvero che sono facilmente individuabili e vicini alla consapevolezza
  • cause di livello medio cioè che non sono immediatamente accessibili alla coscienza
  • Cause profonde dell’ansia legati a conflitti intrapsichici più profondi
    1. Nella prima fattispecie rientra sicuramente la cosiddetta “ansia da prestazione”, che può a sua volta sottintendere il timore di non soddisfare la partner e/o di perdere l’erezione; eventualità questa da prendere in seria considerazione perché spesso gli stessi pazienti riferiscono di aver avuto anche episodi di deficit erettivo e quindi potrebbero inconsapevolmente accelerare l’atto sessuale. per evitare .il peggio. Questa forma di ansia riguarda principalmente la fascia più giovane della popolazione dei maschi sessualmente attivi alle loro prime esperienze sessuali.
    2. In questa seconda tipologia di cause può avere un ruolo ad esempio la paura dell’intimità intesa in senso più psicologico. Infatti, nella nostra società attuale in cui la sessualità è stata sdoganata, sembra che le persone abbiano più paura dell’intimità che del sesso e pertanto se una relazione si fa più profonda rispetto ad un’altra può mobilitare un certo livello di ansia sentendosi ingaggiati in un ruolo più impegnativo. A questo proposito mi viene in mente una situazione seguita una decina di anni fa di una coppia in cui il marito sui 50 anni affetto apparentemente da E.P primaria e persistente nella vita coniugale (assumeva ultimamente anche la dapoxetina) mi riferiva che nel corso degli anni aveva avuto anche un paio di relazioni extraconiugali e, nell’ultima, rapporti sessuali soddisfacenti sia per lui che per “l ‘amante” senza E.P e senza aiuto farmacologico
    3. In questa ultima categoria, le fonti di ansia sono legate a conflitti intrapsichici più profondi irrisolti così come già descritte sopra nel paragrafo relativo alle cause di tipo psicodinamico.

Per quanto riguarda il trattamento della Eiaculazione Precoce sia sotto il profilo medico che sotto il profilo psicologico e comportamentale rimandiamo ad un successivo articolo.


Dr. Fernando Cesarano
Psicologo Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate

Dott. Fernando Cesarano

Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate
Iscrizione Albo n. 434 gennaio 1990
P.I.
drcesaranof@gmail.com

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