Premessa: Il Deficit erettivo (D.E) è una disfunzione sessuale maschile che si manifesta nella fase dell’eccitazione e consiste nella incapacità a raggiungere o a mantenere una adeguata erezione necessaria alla penetrazione e al compimento dell’atto sessuale. Da un punto di vista statistico; si stima che sia l’eiaculazione precoce (E.P) la disfunzione sessuale più diffusa (25-35 %); ciononostante è invece il deficit erettivo la disfunzione che porta l’uomo che ne soffre a chiedere aiuto più frequentemente allo specialista sessuologo, andrologo o psicologo. La ragione principale è che questa disfunzione è ricca di significati simbolici e non a caso nel passato veniva chiamata “impotenza” assumendo un significato che andava al di là della sfera sessuale a significare l’essere incapace di agire o di affrontare determinate situazioni o l’essere o sentirsi inadeguato. Inoltre, a livello più inconscio, sia nella singola persona che nell’immaginario collettivo, sottende anche il timore quasi sempre non giustificato come si potrà vedere nel corso dell’articolo, che ci sia sotto una diversità ovvero una mancata o problematica attrazione verso la donna che non sarebbe “l’oggetto” della propria libido.
L’articolo si divide in due parti: a) La disamina delle cause del deficit erettivo b) la terapia del deficit erettivo da un punto di vista psico-sessuologico
A) Per quanto riguarda la disamina delle varie possibili cause che stanno all’origine del deficit erettivo vengono prese in considerazione sia quelle di tipo biologico che quelle di tipo psicogeno. Le cause psicologiche sono a loro volta analizzate: 1) nella dimensione prettamente individuale, 2) nella dimensione relazionali di coppia, 3) nella dimensione psicologica che riguarda le relazioni con la famiglia di origine4) nella dimensione che riguarda il sistema etico-valoriale culturale della persona seguendo il modello proposto da W. Pasini (AISPA). Le cause psicologiche pur nelle loro variegate sfaccettature sia che siano inconsce o più accessibili alla coscienza, hanno tutte in pratica lo stesso effetto e cioè quello di introdurre nella intimità sessuale con la partner un livello di ansia da prestazione come se la stessa avesse di per sé una componente pericolosa per sé per la partner o per entrambi. Naturalmente quelle di tipo medico saranno solo elencate - citate rinviando per il loro approfondimento alla relativa letteratura; a tale proposito vedi ad esempio il libro edito da F. Angeli curato dalla prof. C Simonelli.” L’approccio integrato in Sessuologia Clinica”.
B) Nella seconda parte dell’articolo dedicata alla terapia secondo l’approccio psico-sessuologico, viene illustrato in via preliminare , seppur in modo sintetico e semplificato, il processo psicosomatico che traduce l’ansia da prestazione in deficit erettivo ricordando il ruolo vasocostrittore giocato da determinati neurotrasmettitori in primis l’adrenalina che in funzione di un supposto pericolo drenano l’afflusso ematico dalle arterie del pene per confluirle ad altre parti del corpo funzionali al combattimento e/o alla fuga. L’articolo prosegue poi con la descrizione di tre possibili strategie terapeutiche ricavate non tanto da modelli teorici di intervento ma basati piuttosto sulla propria prassi terapeutica orientata ovviamente dal proprio orientamento clinico .Questo come si evidenzierà , seguendo la linea tracciata da W.Pasini e soprattutto dalla Kaplan è prettamente eclettico e multidisciplinare e declinato in base alle cause che stanno a monte del D.E di quello specifico paziente e in base alla sua situazione di vita. Descriveremo pertanto tre strategie –protocolli rivolti rispettivamente a: 1) giovani maschi alle loro prime esperienze sessuali e che non hanno una relazione fissa con una partner, basato principalmente sulla consulenza sessuologica che a volte prevede anche l’uso temporaneo di un farmaco vasodilatativo ovviamente prescritto dal medico e accompagnato da un programma di riduzione a scalare dello stesso 2)La seconda strategia descritta è invece indicata alle persone che hanno una relazione di coppia stabile ed è ispirata al modello teorico operativo della H. Kaplan riadattato dai contributi di W.Pasini e reinterpretato dallo scrivente con delle -prescrizioni (proposti nella fase iniziale ) ispirate dalla terapia di coppia a indirizzo sistemico relazionale; questa è la strategia in assoluto più praticata 3) Terza strategia: Il trattamento del D.E in una ottica psicodinamica ; in questo caso la risoluzione del sintomo-disfunzione si realizza attraverso la comprensione da parte del sessuologo e poi del paziente stesso delle cause inconsce che creano l’ansia , la sensazione di pericolo che poi come già sopra spiegato per un processo di conversione si traduce in disfunzione. Una avvertenza però va fatta e cioè che in questo caso il trattamento non è di tipo psicoanalitico in senso stretto perché non ha in linea di massima come obiettivo la risoluzione di conflitti psichici inconsci pregressi di tipo edipico ma alla risoluzione dei conflitti-paure legati a passaggi cruciali del ciclo di vita come il passaggio dalla dimensione individuale a quella di coppia o quello dalla dimensione di coppia alla costruzione della famiglia. Sia l’illustrazione delle cause di tipo psicologico a monte del D.E sia le strategie terapeutiche sono illustrate e corredate da casi clinici trattati dall’estensore dell’articolo nel corso degli anni in vari periodi della sua pratica terapeutica.
Leggi l'articolo completoDr. Fernando Cesarano
Psicologo Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate
Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate
Iscrizione Albo n. 434 gennaio 1990
P.I.
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